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libro i - capitolo x
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Paragonando fra loro questi popoli, la diversa felicitá e potenza da essi acquistata, le diverse cose operate da loro, la fama che ottengono e quella che meritano, si viene ad avere un’ampia e perfetta misura di ciò che possa nel cuor dell’uomo questa divina brama di essere giustamente onorato, allorché dai saggi governi ella è bene indrizzata e accresciuta, o allorché dai tirannici ella viene diminuita o traviata dal vero.

Mi si dirà che o buono sia o cattivo il principio, a ogni modo il sagrificar la propria vita, il mantenere la data fede a costo di essa, l’esporla per vendicare le ingiurie private, tutto ciò suppone pur sempre una somma virtú. Né io imprendo stoltamente a negare che nelle tirannidi vi sia moltissima gente capace di virtú, e nata per esercitarla: piango solamente in me stesso di vederla falsamente adoprarsi nel sostenere e difendere il vizio, e quindi nello snaturare e distruggere se stessa. E niuno politico scrittore ardirá certamente chiamare virtú uno sforzo, ancorché massimamente sublime, da cui, in vece del pubblico bene, ne debba poi ridondare un male per tutti e la prolungazione del pubblico danno.

Ora, perché dunque quella stessa vita, che tanti e sí fatti uomini, ripieni di falso onore, vanno cosí prodigamente spendendo pel tiranno, perché quella vita stessa non vien ella da loro sagrificata, con piú ragione e con ugual virtú, per togliere a colui la tirannide? E quel valore inutile (poiché non ne ridonda alcun bene) quell’efferato valore con cui nelle tirannidi si vendicano le private offese, perché non si adopera tutto contro al tiranno che tutti, e in piú supremo grado, non cessa pur mai un momento di offendere? E quella fede che cosí ostinatamente cieca si osserva verso il nemico di tutti, perché, con egual pertinacia, e con piú illuminata virtú, non si giura ella ed osserva inverso i sacri ed infranti diritti dell’uomo?

Nelle tirannidi dunque, a tal segno ridotti son gl’individui, che qualunque impulso dalla natura abbiano ricevuto all’operar cose grandi, essi edificano pur sempre sul falso, ogniqualvolta non sanno o non osano calpestare il moderno onore e riassumere l’antico.