Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/17

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lettera di ranieri calzabigi 11

quando poi lo fa parlare, con crudele insulto gli fa dire al rispettabile canuto Priamo mentre l’uccide:

Referes ergo haec, et nuncius ibis
Pelidae genitori:

e nell’atto di assassinare un vecchio senza difesa:

Nunc morere .... Altaria ad ipsa trementem
Traxit,
Impliquitque comam laevâ;
Ac lateri capulo tenus abdidit ensem.

(si noti questo eccesso rabbioso), abdidit ensem.

Or questo Pirro, in tal guisa tratteggiato dal primo poeta del mondo, sentiamo con quanta galanteria parigina vien fatto parlare da Racine alla lacrimosa Andromaca:

Me cherchiez-vous, madame?
Un espoir si charmant me seroit-il permis?

e segue a dirle:

Peut-on haïr sans cesse, et punit-on toujours?
Que vos beaux yeux sur moi se sont bien exercés!
Brûlé de plus de feux que je n’en allumai....
Tant de foi, tant de pleurs, tant d’ardeurs inquietes....

Lascerò di trascrivere altri versi: credo che questi soprabbondino in prova di quanto ho sopra avanzato. Queste tenerezze, languidezze, vezzi, carezze amorose, e que’ concettini, sicuramente non sono appropriati a Pirro1.

  1. Nel Mitridate, deplorando questo re la passione che sente per Monima, che sospetta innamorata del suo diletto figlio Zifares, si lagna in tal guisa:

    J’ai su, par une longue et pénible industrie,
    Des plus mortels vénins prévenir la furie:
    Ah! qu’il eût mieux valu, plus sage ou plus heureux,
    Et repoussant les traits d’un amour dangereux,
    Ne pas laisser remplir d’ardeurs empoisonnées
    Un coeur déja glacé par le froid des années.

    Questi versi sono citati da Voltaire con nazionale compiacimento, e spacciati come degni di servir di modello. Avrebbe egli però dovuto dirci che cosa siano questi