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254 virginia
terrore!... oimè!...

Icilio   Piú non si squarci a brano
il cor di un padre omai romano troppo.
A noi che giova or l’esortarci a morte?
Traligniam noi dagli avi? — Infra poch’ore,
se morir dessi, il saprem noi. Ma intanto
torna, Virginio, a riveder tuoi Lari,
con la sposa, e la figlia. È questa forse
la notte estrema, in cui sí gran dolcezza
ti si concede. Oh sventurato padre!
Brevi hai momenti a cosí immenso affetto.
Virg.o Oh fera notte!... Andiam: doman col sole,
Icilio, quí mi rivedrai.
Icilio   Giá pria
io sarovvi a dispor pochi, ma forti,
ad alto effetto. Or va: tu pur convinto
sarai domani appien, ch’altro partito
non v’ha che il mio; di sangue. — O estinti, o vivi
felici appien sarem domani, o sposa.
Virg.a O viva, o estinta, ognor felice io teco.