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322 agamennone
il mio sangue ti fia.

Cliten.   Che parli?... ahi lassa!...
Misera me!... che a perder t’abbia?...
Egisto   Or quale,
qual destra hai tu, che a trucidar non basti
né chi piú t’ama, né chi piú ti abborre?
La mia supplir de’ dunque...
Cliten.   Ah!... no...
Egisto   Vuoi spento
Atride, o me?
Cliten.   Qual scelta!...
Egisto   E dei pur scerre.
Cliten. Io dar morte?...
Egisto   O riceverla: e vedermi
pria di te trucidato.
Cliten.   ...Ah, che pur troppo
necessario è il delitto!
Egisto   E stringe il tempo.
Cliten. Ma,... la forza,... l’ardire?...
Egisto   Ardire, forza,
tutto, amor ti dará.
Cliten.   Con man tremante
io... nel... marito... il ferro...
Egisto   In cor del crudo
trucidator della tua figlia i colpi
addoppierai con man sicura.
Cliten.   ...Io... lungi
da me... scagliava... il ferro...
Egisto   Eccoti un ferro,
e di ben altra tempra: ancor rappreso
vi sta dei figli di Tieste il sangue:
a forbirlo nel sangue empio d’Atréo
non indugiar; va, corri: istanti brevi
ti avanzan; va. Se mal tu assesti il colpo,
o se pur mai pria ten pentissi, o donna,
non volger piú ver queste stanze il piede: