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76 filippo
altrove io porti.

Filippo   Anzi, rimani.
Isab.   Esporti
osava il pensier mio, perché il volevi:
a che rimango omai? testimon vano
tra il figlio e il padre una madrigna fora...
Filippo Vano? ah! t’inganni: testimon mi sei
quí necessario. Hai di madrigna il nome
soltanto; e il nome, anche obbliare il puoi. —
Gli fia grato il tuo aspetto. Eccolo: ei sappia,
che ti fai tu mallevador dell’alta
sua virtú, della fe, dell’amor suo.


SCENA QUARTA

Filippo, Isabella, Carlo, Gomez.

Filippo Prence, ti appressa. — Or, di’; quando fia il giorno

in cui del dolce nome di figliuolo
io ti possa appellare? In me vedresti
(deh tu il volessi!) ognor confusi i nomi
e di padre e di re: ma, perché almeno,
da che il padre non ami, il re non temi?
Carlo Signor; nuova m’è sempre, ancor ch’io l’abbia
udita spesso, la mortal rampogna.
Nuovo cosí non m’è il tacer; che s’io
reo pur ti appajo, al certo io reo mi sono.
Vero è, che in cor non già rimorso io sento,
ma duol profondo, che tu reo mi estimi.
Deh! potess’io cosí di mie sventure,
o, se a te piace piú, de’ falli miei,
saper la cagion vera!
Filippo   Amor,... che poco
hai per la patria tua, nulla pel padre;
e il troppo udir lusingatori astuti;...
non cercar de’ tuoi falli altra cagione.