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atto terzo | 273 |
SCENA QUINTA
Arrigo.
baratro atroce d’ogni infamia e fraude!
Stolto! che volli a messaggier britanno
prestar io fede?
SCENA SESTA
Arrigo, Ormondo.
Orm. Un solo
dubbio ancor mi rimane: onde a te riedo...
Arrigo Traditor malaccorto; osi tu, vile,
venirmi innanzi?
Orm. Or, che mai fu?...
Arrigo Sperasti,
ch’io noi sapessi, onde l’offerte inique
moveano? e speri, che impunita ell’abbia
a rimaner tua fraude?
Orm. Onde improvviso
ti cangi? Or dianzi favellavi...
Arrigo Or dianzi
veder voll’io, fin dove insidíose
arti nemiche, sotto vel di pace,
giungeriano. — Ma tu, credestil mai,
ch’io mendicar nel vostro infido regno
a me soccorso, alla mia prole asilo,
volessi io mai?
Orm. ... Se fabro io fui d’inganni
teco, or di me colpa tu il credi?
Arrigo Colpa
di te, di chi t’invia, dell’abborrito
V. Alfieri, Tragedie - II. | 18 |