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112 | agide |
mal mi regge...
Agide Deh! vieni: uscita appena,
troverai scorta, e appoggio.
Agiz. Oimè!... Si schiude
la ferrea porta...
Agide Guardie, a voi la figlia
del vostro re consegno.
Agiz. Agide... Ah crudi!...
Lasciar nol voglio... Agide!... addio...
SCENA TERZA
Agide.
Misero me!... quante mai morti in una
aver degg’io?... Dolor qual mai si agguaglia
al duol di padre, e di marito? — O Sparta,
quanto mi costi!... Eppur, Leonid’anco
è padre: in cor grato un presagio accolgo,
che alla sua figlia ei donerá i miei figli. —
Or basta il pianto. — Al mio morir mi appresso:
da re innocente, e da Spartano, io deggio
morire... Oh come vien lenta la morte! —
Ma un’altra volta, ecco, ch’io strider sento
del mio career la porta?... e raddoppiarsi
odo anco gli urli a queste mura intorno?...
Che mai sará?... Chi veggio?
SCENA QUARTA
Agesistrata, Agide.
Agesis. Figlio, mancarti all’ultim’uopo mai
non ti potea la madre. Io quí ti arreco
libertá, di noi degna. — In altra guisa