Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/205

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atto quarto 199
Mi sconsigliava ei sempre...

Tiberio   Eppur, non seppi
io mai proporti altro consiglio: e d’uopo
salvar pur n’era il giá tradito padre,
ad ogni costo. Al falso il ver commisto
avea sí ben Mamilio, che noi presi
dall’arti sue, da tutti abbandonato
credendo il padre, a lui tradir noi stessi
sforzati, noi, dal troppo amarlo fummo.
Ah! se delitto è il nostro, al par siam degni
noi d’ogni grave pena: ma la sola
che noi temiamo, e che insoffribil fora,
(l’odio paterno) il ciel ne attesto, e giuro,
che niun di noi la merta.
Bruto   Oh rabbia! e in seggio
riporre il re, voi, con quest’altri infami,
pur prometteste?
Tito   Io, col firmar, sperava
render Tarquinio a te piú mite...
Bruto   A Bruto?
Mite a Bruto Tarquinio? — E s’anco il fosse;
perfido tu, tradir la patria mai
dovevi tu per me? Voi forse, or dianzi,
voi non giuraste morir meco entrambi,
pria ch’a niun re mai piú sopporci noi?
Tito Nol niego io, no...
Bruto   Spergiuri sete or dunque,
e traditori... In questo foglio a un tempo
firmato avete il morir vostro;... e il mio!...
Tiberio Tu piangi, o padre?... Ah! se del padre il pianto,
sovra il ciglio del giudice severo,
attesta almen, che noi del tutto indegni
di tua pietá non siam, per Roma lieti
morremo noi.
Tito   Ma, benché reo, non era
né vil, né iniquo Tito...