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tu torni, e ancor di tua letizia lieti

tuoi genitor tu renda. Or, qual ch’ei sia
questo presente tuo voler, lo svela,
come a fratelli, a noi.
Cecri   Deh! sí: tu il vedi;
né dal materno labro udisti mai
piú amoroso, piú tenero, piú mite
parlar, di questo.
Mirra   ... Havvi tormento al mondo,
che al mio si agguagli?...
Cecri   Ma, che fia? tu parli
sospirando infra te?
Ciniro   Lascia, deh! lascia,
che il tuo cor ci favelli: altro linguaggio
non adopriam noi teco. — Or via; rispondi.
Mirra ... Signor...
Ciniro   Tu mal cominci: a te non sono
signor; padre son io: puoi tu chiamarmi
con altro nome, o figlia?
Mirra   O Mirra, è questo
l’ultimo sforzo. — Alma, coraggio...
Cecri   Oh cielo!
Pallor di morte in volto...
Mirra   A me?...
Ciniro   Ma donde,
donde il tremar? del padre tuo?...
Mirra   Non tremo...
parmi;... od almen, non tremerò piú omai,
poiché ad udirmi or sí pietosi state. —
L’unica vostra, e troppo amata figlia
son io, ben so. Goder d’ogni mia gioja,
e v’attristar d’ogni mio duol vi veggo;
ciò stesso il duol mi accresce. Oltre i confini
del natural dolore il mio trascorre;
invan lo ascondo; e a voi vorrei pur dirlo,...
ove il sapessi io stessa. Assai giá pria,