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322 bruto secondo
Bruto   Popol di Marte,

(se ancora il sei) lá, lá rivolgi or gli occhi:
mira chi appiè del gran Pompeo sen giace...
Popolo Cesare? oh vista! Ei nel suo sangue immerso?...
Oh rabbia!...
Bruto   Sí; nel proprio sangue immerso
Cesare giace: ed io, benché non tinto
di sangue in man voi mi vediate il ferro,
io pur cogli altri, io pur, Cesare uccisi...
Popolo Ah traditor! tu pur morrai...
Bruto   Giá volta
sta dell’acciaro al petto mio la punta:
morire io vo’: ma, mi ascoltate pria.
Popolo Si uccida pria chi Cesare trafisse...
Bruto Altro uccisore invan cercate: or tutti
dispersi giá fra l’ondeggiante folla,
i feritor spariro: invan cercate
altro uccisor, che Bruto. Ove feroci
a vendicare il dittator quí tratti
v’abbia il furore, alla vendetta vostra
basti il capo di Bruto. — Ma, se in mente,
se in cor pur anco a voi risuona il nome
di vera e sacra libertade, il petto
a piena gioja aprite: è spento al fine,
è spento lá, di Roma il re.
Popolo   Che parli?
Bruto Di Roma il re, sí, vel confermo, e il giuro:
era ei ben re: tal quí parlava; e tale
mostrossi ei giá ne’ Lupercali a voi,
quel dí che aver la ria corona a schivo
fingendo, al crin pur cinger la si fea
ben tre volte da Antonio. A voi non piacque
la tresca infame; e a certa prova ei chiaro
vide, che re mai non saria, che a forza.
Quindi a guerra novella, or, mentre esausta
d’uomini, e d’armi, e di tesoro è Roma,