Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. III, 1947 – BEIC 1728689.djvu/366

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biblici eroi sotto quella sola scorza, e non mai sotto altra; onde siamo venuti a reputare in essi natura, quello che in altri reputeremmo affettazione, falsitá, e turgidezza.

L’aprire il campo alle immagini, il poter parlare per similitudini, potere esagerare le passioni coi detti, e render per vie soprannaturali verisimile il falso; tutti questi possenti ajuti, riescono di un grande incentivo al poeta per fargli intraprendere tragedie di questo genere: ma le rendono altresí, appunto per questo, piú facili assai a trattarsi; perché con arte e abilitá minore il poeta può colpire assai piú, e oltre il diletto, cagionar maraviglia. Quel poter vagare, bisognando; e il parlar d’altro, senza abbandonare il soggetto; e il sostituire ai ragionamenti poesia, e agli affetti il maraviglioso; era questo un gran campo da cui gli antichi poeti raccoglieano con minor fatica piú gloria. Ma il nostro secolo, niente poetico, e tanto ragionatore, non vuole queste bellezze in teatro, ogniqualvolta non siano elle necessarie ed utili, e parte integrante della cosa stessa.

Saúl, ammessa da noi la fatal punizione di Dio per aver egli disobbedito ai sacerdoti, si mostra, per quanto a me pare, quale esser dovea. Ma per chi anche non ammettesse questa mano di Dio vendicatrice aggravata sovr’esso, basterá l’osservare, che Saúl credendo d’essersi meritata l’ira di Dio, per questa sola sua opinione fortemente concepita e creduta, potea egli benissimo cadere in questo stato di turbazione, che lo rende non meno degno di pietá che di maraviglia.

David, amabile e prode giovinetto, credo che in questa tragedia, potendovi egli sviluppare principalmente la sua natía bontá, la compassione ch’egli ha per Saúl, l’amore per Gionata e Micol, ed il suo non finto rispetto pe’ sacerdoti, e la sua magnanima fidanza in Dio solo; io credo che da questo tutto ne venga David a riuscire un personaggio ad un tempo commoventissimo, e maraviglioso.

Micol, è una tenera sposa e una figlia obbediente; né altro dovea essere.

Gionata ha del soprannaturale forse ancor piú che David; ed egli in questa tragedia ne ha piú bisogno, per poter mirar di buon occhio il giovinetto David, il quale preconizzato re dai profeti, se non era l’ajuto di Dio, dovea parere a Gionata piuttosto un rivale nemico, che non un fratello. L’effetto che risulta in lui da questa specie di amore inspirato e dalla sua totale rassegnazione al vo-