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atto terzo 39
di guerra or forse arnese inutil giace?

David «Il re posa, ma i sogni del forte
«con tremende sembianze gli vanno
«presentando i fantasmi di morte.
      «Ecco il vinto nemico tiranno,
«di sua man giá trafitto in battaglia;
«ombra orribil, che omai non fa danno.
      «Ecco un lampo, che tutti abbarbaglia...
«Quel suo brando, che ad uom non perdona,
«e ogni prode al codardo ragguaglia. —
      «Tal, non sempre la selva risuona
«del Leone al terribil ruggito,
«ch’egli in calma anco i sensi abbandona;
      «né il tacersi dell’antro romito
«all’armento giá rende il coraggio;
«né il pastor si sta men sbigottito,
      «ch’ei sa, ch’esce a piú sangue ed oltraggio.
                        «Ma il re giá giá si desta:
                  «armi, armi, ei grida.
                  «Guerriero omai qual resta?
                  «Chi, chi lo sfida?
      «Veggio una striscia di terribil fuoco,
«cui forza è loco — dien le ostili squadre.
«Tutte veggio adre — di sangue infedele
«l’armi a Israéle. — Il fero fulmin piomba,
«sasso di fromba — assai men ratto fugge,
«di quel che strugge — il feritor sovrano,
«col ferro in mano. — A inarrivabil volo,
«fin presso al polo — aquila altera ei stende
«le reverende — risuonanti penne,
«cui da Dio tenne, — ad annullar quegli empj,
«che in falsi tempj — han simulacri rei
«fatti lor Dei. — Già da lontano io ’l seguo;
«e il Filisteo perseguo,
«e incalzo, e atterro, e sperdo; e assai ben mostro
«che due spade ha nel campo il popol nostro».