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90 alceste prima
infra l’ospite e noi. Troppo sconviensi

l’ascoltar pianti, a chi banchetta; e vuolsi
non funestar gli ospiti mai.


SCENA TERZA

Coro, Adméto.

Coro   Che festi?

in cosí gran calamitá pur osi
ospiti ammetter tu? Senno è d’Adméto?1
Adméto E s’io avessi il venuto ospite espulso
di mia reggia e cittá, piú laude or forse
voi men dareste? eh no: poiché men grave
la mia feral calamitá non fora
in nulla; io bensí inospite stimato,
a queste omai troppo infelici mura
aggiungerei la inospitale taccia.
Ercole, allor che all’arid’Argo io vengo,
ottimo ei presta a me l’ospizio.
Coro   E come
dunque or sí bene ad uom, qual dici, amico
celavi tu quest’orrida sventura?
Adméto Mai consentito ei non avria di porre
quivi entro il piè, se dei mie’ guai pur nulla
spiato avesse. Altri, cred’io, biasmarmi
di ciò potrá, come non saggio: eppure,
né inonorar, né espellere giammai
ospiti seppe il limitar d’Adméto.


  1. Il Testo dice: Che, sei tu pazzo, o Adméto? Queste sono le sole infedeltá, che il Traduttore si va permettendo.