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ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Feréo.

Misero padre, infra tremende angosce

palpitante, aspettando semivivo
stai dell’Oracol Delfico le note.
Chiaro faranti irremissibilmente,
se nel Destin sia scritto che tu debba
orbo restar dell’adorato Adméto,
unico figlio tuo. — Deh tu, di Cirra
Nume sovrano, a me benigno Apollo,
se di tua Deitade un dí degnasti
lieta pur far questa mia reggia, in cui
t’ebber pastore ignoto i nostri armenti;
se in guise tante di tua grazia eccelsa
abbellir me non degno ospite tuo
piacqueti allor; deh, risanato rendi
ad un cadente genitore il figlio,
che in sul bel fior degli anni suoi languisce
della tomba or su l’orlo! — Io piú non trovo
né sonno mai, né pace. Ecco, sparita
or ora è appena questa notte eterna,
cui precorse il mio sorgere. Né posso,
per piú sventura mia, l’acerbo duolo
sfogare intero di mia fida antiqua
consorte in seno: ah! troncherei d’un colpo