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atto quinto 173
pur sottrarla dell’Orco?

Ercole   Arcani questi
son della eccelsa Onnipotenza, in cui
vano del par che temerario or fora
ogni indagar d’umano senno. Alcide,
in tal portento, esecutor sommesso
del comando dei Numi, altro ei non era.
Né il dire, a me piú lice; né a voi lice,
il ricercar piú oltre. Unico esemplo
di conjugale amor, felici e degni
sposi, all’etá lontane i nomi vostri
e celebrati e riveriti andranno.
Feréo Tutta or dunque di giubbili festivi
suoni e la reggia, e la cittade, e intera
la beata Tessaglia.
Ercole   Ed io con voi
tre pieni giorni infra conviti e canti
festeggiando starommi. A compier quindi
altro comando d’Euristéo (deh fosse
l’ultimo questo!) il mio destin mi sprona
in Tracia, ad acquístargli a forza i crudi
Diomedéi carnivori destrieri. —
Ma intanto or quí le mie passate angosce,
e le future, allevíar mi giovi
mirando in voi d’ogni celeste dote
un vivo specchio in terra. Era sol degno
di Alceste Adméto; e sol di Adméto, Alceste.
Coro E degni entrambi del sublime Alcide.