Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/100

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72 rime varie


Vieni, (ei mi grida) il buon sentier non falle1
A chi davver tutte speranze ha messe
14Di gloria e amor pel disastroso calle.


Ecco ecco il sasso, che i gran carmi al cielo2
Innalzan piú che la sua altera fronte.
Quindi il bel fiumicel d’amore3 ha fonte,
4Sacro, a par del Castalio,4 al Dio di Delo.
Nobil invidia, e ch’io perciò non celo,
Qui mi punge in pensar, che al mondo conte5
Fea queste spiagge, e le bell’acque, e il monte,
8D’un amante cantor l’ardente zelo.
S’io non men d’esso, e in non men chiaro foco
Ardo, e cantando, in pianto mi consumo,
11Fama alla donna mia niegherà loco?
Deh! se in tuo caldo verseggiar mi allumo,6
Gran cigno, e se al mio dire ognor t’invoco,
14Non di me, il vedi, ma in te sol presumo.


LXI [lxxxvii].7

Sua infelicità, lontano dalla Contessa.

Mentr’io piú mi allontano ognor da quella,
Ch’ora i suoi dí strascina al Tebro in viva8
Sol mio diletto è il far sempre piú viva,
4Mia doglia, e il viver tutto immerso in ella.


  1. 12. L’Ariosto (Orl. fur., XIX, 3):
    Non conosce il paese e la via falle.
  2. 1. Francesco d’Ovidio (in Questioni di geografia petrarchesca negli Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche, Napoli, 1888) a proposito del sonetto del Petrarca
    Se ’l sasso ond’è piú chiusa questa valle
    cosí parla di questa rupe: «Dal suo lato occidentale, dov’è la cascata del fiume e che guarda verso Avignone, la rupe è alta e scoscesa: e se a chi la mira dalla chiusa valletta che le sta ai piedi si presenta cosí rapida come se scendesse diritta a piombo, chi invece vi monta sopra, la vede sempre piú incurvarsi in fuori, tanto che al sommo par concava e che minacci di precipitare al fondo della valle. Il lato opposto che è volto ad Oriente, cioè verso le Alpi e l’Italia ha un declivio necessariamente piú dolce». — I gran carmi, s’intende, del Petrarca.
  3. 3. Il fiumicel d’amore è il Sorga.
  4. 4. Il Castalio era una fonte che scorreva a piè del Parnaso.
  5. 6. Coute, conosciute.
  6. 12. Mi allumo, risplendo: Dante (Purg., XXI, 96):
    ... la divina fiamma
    Onde sono allumati piú di mille.
  7. Nel ms.: «Tra Oranges e... [manca l’altro nome] 31 ottobre [1783]».
  8. 2. I suoi dí strascina, vive dolorosamente. — Il Tebro è il Tevere.