Pagina:Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu/16

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viii prefazione

terzine che compongono L’Antireligioneria e la Filantropineria; ma la contraddizione o è solo apparente o assai men grave di quello che, sul momento, possa sembrare. Poiché lo stesso amore della libertà ispira il cantore di Parigi sbastigliata e l’autore del Misogallo e delle satire: prima, egli reclama la libertà per chi la pensa diversamente dai dominatori e non per questo deve essere perseguitato e colpito: poi, all’avanzarsi della marèa rivoluzionaria, reclama la stessa libertà per chi, pur rappresentando l’antico ordine di cose, ha diritto alla conservazione della propria esistenza e corre pericolo, invece, di essere travolto e sommerso.

Pochi uomini sentirono, quanto l’A., con l’amore della libertà, la dignità dell’arte che professarono. È universalmente noto quell’episodio narrato al capitolo ottavo dell’epoca III dell’Autobiografia e ripetuto, con minore vivacità, nella seconda parte della satira I viaggi: l’A. si trovava, ventenne appena, a Scoenbrunn, e avrebbe avuto desiderio di conoscere il grande Metastasio, le cui ariette erano sulle bocche di tutti; ma, quando lo vide nel giardino, genuflesso dinanzi alla Imperatrice, gliene prese tale ribrezzo, che volse le spalle né volle piú saperne di lui. L’episodio, come ho detto, è dei piú noti, ma può avere un valore simbolico sino ad oggi, forse, non traveduto: non vi sembra che il Metastasio e l’A., uno vecchio e inginocchiato, sorridendo, dinanzi a Maria Teresa, l’altro giovane, in piedi, fremente per lo sdegno, rappresentino l’Italia e l’arte sua qual’era stata sino al sec. xviii, umile, avvilita dinanzi al potere, inconscia quasi della propria abiezione, e l’Italia e l’arte italiana quali l’A. le volle e le seppe in gran parte creare? Prossimo ad abbandonare la cetra, perché vicino a compiere quei cinquant’anni, raggiunti i quali, aveva stabilito di dare un addio alle Muse, prima che queste lo dessero a lui, l’A. ripercorreva mentalmente tutta la vasta e organica opera sua, e si compiaceva di non avere scritta una sola parola non ispirata all’amore della verità, sicché, concludeva, se le età future