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EPOCA TERZA. CAP. I. 113

Io mi son compiaciuto d’individuare questo [1766] fatto episodico, come tratto caratteristico di un uomo di molto coraggio «gran presenza di spirito, molto piò che al suo umile stato non parea convenirsi. Ed in nessuna cosa mi compiaccio maggiormente, che nel lodare ed ammirare quelle semplici virtò di temperamento, che ci debbono pur tanto far piangere sovra i pessimi governi, che le trascurano, 0 le temono e le soffocano.

Si arrivò dunque a Napoli la seconda festa del Natale, con un tempo quasi di primavera. L’entrata da Capo di china per gii Studj e Toledo, mi presentò quella città in aspetto della piò lieta e popolosa ch’io avessi veduta mai fin allora, e mi rimarrà sempre presente. Non fu poi Io stesso, quando mi toccò di albergare in una bettolaccia posta nel piò bujo e sozzo chiassuolo della città: il che fu di necessità, perchè ogni pulito albergo ritrovavasi pieno zeppo di forestieri. Ma questa contrarietà mi amareggiò assai quel soggiorno, stante che in me la località lieta o no della casa, ha sempre avuto una irresistibile influenza sul mio puerilissimo cervello, sino alla piò innoltrata età.

In pochi giorni per mezzo del nostro Mi- [1767]