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142 VITA DI VITTORIO ALFIERI


[1768]i cavalli, le donne, il ben essere universale, la vita e l’attività di quell’isola, la pulizia e comodo delle case benché picciolissime, il non vi trovare pezzenti, un moto perenne di danaro e d’industria sparso egualmente nelle provincie che nella capitale; tutte queste doti vere ed uniche di quel fortunato c libero paese, mi rapirono l’animo a bella prima, e in due altri viaggi oltre quello ch’io vi ho fatti finora, non ho variato mai piò di parere, troppa essendo la differenza tra l’Inghilterra e tutto il rimanente dell’Europa in queste tante diramazioni della pubblica felicità, provenienti dal miglior governo. Onde, benché io allora non ne studiassi profondamente la costituzione, madre di tanta prosperità, ne seppi però abbastanza osservare e valutare gli effetti divini.

In Londra essendo molto maggiore la facilità per i forestieri di essere introdotti nelle case, di quel che non sia in Parigi; io, che a quella difficoltà Parigina non avea mai voluto piegarmi per ammollirla, perchè non mi curo di vincere le difficoltà da cui non me ne rL donda niuq bene, mi lasciai allora per qualche mesi strascicare da quella facilità, e da quel mio compagno di viaggio, nel vortice del