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158 VITA DI VITTORIO ALFIERI.


[1769] ria velleità; nè mai feci chiesta nessuna di tale impiego, e per mia minor vergogna questo mio stupido e non alto desiderio nato e morto nel mio petto, non fu (toltone il mio Cognato) noto a chi che sia.

Appena iti a vuoto questi due disegni, mi rinacque subito il pensiero di proseguire i miei viaggi per altri tre anni, per veder poi intanto quello che vorrei fare di me. L’età di ao anni.mi lasciava tempo a pensarci. Io aveva aggiuntati i miei interessi col Curatore, dalla di cui podestà si esce nel mio paese al suonar dei venti anni. Venuto piò in chiaro delle cose mie, mi trovai essere molto piò agiato che non m’avea detto il Curatore fino a quel punto. Ed egli in questo mi giovò non poco avendomi piuttosto avvezzato al meno che al piò. Perciò d’allora in poi quasi sempre fui giusto nello spendere. Trovandomi dunque allora circa»5oo zecchini 4* effettiva spendibile entrata, c non poco danaro di risparmio nei tanti anni di minorità, mi parve pel mio paese e per un uomo solo di essere ricco abbastanza, e deposta ogni idea di moltiplico mi disposi a questo secondo viaggio die volli fare con piò spesa e maggiori comodi.