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EPOCA TERZA. CAP. X. 181

possibilità fisica di sopravvivere a un tale distacco [1771], sendosi in tanto più lungo spazio di tempo rinforzata questa mia seconda passione tanto superiormente alla prima. In questo funesto pensiere del dover senza dubbio perire quando la dovrei lasciare, mi si era talmente inferocito l’animo, ch’io non procedeva in quella mia pratica altrimenti che come chi non ha oramai più nulla che perdere. Ed a ciò contribuiva parimente non poco il carattere dell’amata donna, la quale pareva non gustar punto nè intendere i partiti di mezzo. Essendo le cose in tal termine, e raddoppiandosi ogni giorno le imprudenze sì mie che sue, il di lei marito avvistosene già da qualche tempo avea più volte accennato di volermene fare un qualche risentimento; ed io nessun’altra cosa al mondo bramava quanto questa, poichè dal solo uscir esso dei gangheri potea nascere per me o alcuna via di salvamento, ovvero una total perdizione. In tale orribile stato io vissi circa cinque mesi, finchè finalmente scoppiò la bomba nel modo seguente. Più volte già in diverse ore del giorno con grave rischio d’ambedue noi io era stato da essa stessa introdotto in casa; inosservato sempre, attesa la piccolezza delle case di Londra, e il tenersi le porte chiuse, e la servitù

   Alfieri, Vita. Vol. I. 12