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6 VITA DI VITTORIO ALFIERI.

che allo stendere la mia propria vita inducevami, misto forse ad alcune altre ragioni, ma vie più gagliardo d’ogni altra, l’amore di me medesimo: quel dono cioè, che la Natura in maggiore o minor dose concede agli uomini tutti, ed in soverchia dose agli scrittori, principalissimamente poi ai Poeti, ed a quelli che tali si tengono. Ed è questo dono una preziosissima cosa; poichè da esso ogni alto operare dell’uomo proviene, allor quando all’amor di se stesso congiunge una ragionata cognizione del proprj suoi mezzi, ed un illuminato trasporto pel vero ed il bello, che non son se non uno.

Senza proemizzare dunque più a lungo su i generali, io passo ad assegnare le ragioni per cui questo mio amor di me stesso mi trasse a ciò fare: e accennerò quindi il modo con cui mi propongo di eseguir questo assunto.

Avendo io oramai scritto molto, e troppo più forse che non avrei dovuto, è cosa assai naturale che alcuni di quei pochi a chi non saranno dispiaciute le mie Opere (se non tra’ miei contemporanei, tra quelli almeno che vivran dopo) avranno qualche curiosità di sapere qual io mi fossi. Io ben posso ciò credere, senza neppur troppo lusingarmi, poichè di ogni altro autore anche minimo quanto al valore, ma vo-