Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/163

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settima 141

Ed ella, che sentì l’amato porsi
     516Pegno nel grembo, di più forti armata
     Spirti ed affetti al cor materno accorsi,
L’annodò, lo baciò colla gelata
     519Bocca, sclamando: Il Ciel ti doni mi padre.
     E tenera, e dolente, ed agitata
Le molli del bambin carni leggiadre
     522Troppo in morir compresse, ed in un punto
     Spirò l’Anima il figlio, e insiem la madre.
Da spettacol sì amaro ebbi compunto
     525Cotanto il sen, ch’io colla Guida sparsi
     Largo di pianti umor ai primi aggiunto.
Salimmo indi ambo ove parca levarsi
     528Il piano in facil colle, e per i folti
     Pini e cipressi ombrosamente ornarsi;
Ed ecco vacillar da strano colti
     531Tremore i colli, e in screpolosi fondi
     Spesso i corpi ingojar vivi sepolti.
Oh infausta e crudel terra, che fecondi
     534Modi d’acerbità varia produci,
     T’apri, e in te guasti, e stritolati ascondi
D’un popolo gli avanzi! Ah! le mie luci
     537L’aspetto fier più tollerar non ponno.
     Guidami tu, gridai, che mi conduci,
A men orribil loco, ov’io sia donno
     540In pace almen fra tanti affanni stanco
     Di chiuder gli occhi nel perpetuo sonno.
Ed ei rispose: Affrettati sul manco
     543Sentiero ad abbracciar robusta pianta,
     Che innanzi, o indreto il piè portar e il fianco
Ci vieta il terren fesso. Allor con quanta
     546Lena potei corsi, e del Duce sotto
     La scorta un pino strinsi; e appena a tanta