Pagina:Alfonso Varano - Opere scelte 1705-1788.djvu/224

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Altri custodi eletti ai laghi e ai fonti
     Dolci, altri alle salse acque, altri alle valli
     414Erbose, ed altri ai boschi opachi e ai monti:
Altri ai marmi, alle gemme ed ai metalli,
     Altri agli astri, e all’insolite comete
     417Igneo-crinite su gli eterei calli;
Ma tutti in tai fogge e sembianze liete,
     Che diffondesi il lor gaudio, e penétra
     420In petto anche mortal per vie secrete.
Qual Uom, cui scena di prigione tetra
     In reggia aurea cangiossi, immobil guarda
     423Sì, che non par vivo, ma sculto in pietra;
Tal io, cui stupor subito ritarda
     De’ nervei succhi il giro, ebbi la mente
     426Dal vago obbietto a desviarsi tarda.
Scosso il torpore alfin corse il fervente
     Gioir mio su le labbra, ed al vicino
     429Pastor, che in me tenea le luci intente,
Dissi: Maraviglioso, alto, divino
     Obbietto il pensier vince, e insiem lo rende
     432Pronto ad accorre immagin tanta, e fino.
Scorgo, che Provvidenza amica splende
     Visibilmente in quel gemmato seggio
     435Chiara de’ raggi eterni, onde s’accende,
E le Angeliche man ministre io veggio
     Del provvido in natura ordin, che move
     438Mare, aria, cielo e terra. Or io ti chieggio,
Che un sol desìo m’ appaghi, e fra sì nove
     Sembianze una m’additi. E chi è colei,
     441Che dai bruni occhi tanta luce piove,
E ad or ad or fisi li tien ne’ miei?
     E donde avvien, ch’ ella precorra il moto
     444Del carro, che non segue altri che lei?