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ANNOTAZIONI

ALLA TERZA VISIONE.




P. 40 ....che l’infame donna Assira
Nell’ingannevol suo calice ascose;

Questa donna metaforica viene descritta da san Giovanni nell’Apoc. al cap. XVII e XVIII, e vien chiamata Babylon, magna mater fornicationum, et abominationum terræ. E di lei pur dicesi nell’istesso capo, che tiene in mano un calice d'oro pieno d’abbominazioni e immondezze. Il che tutto s’intende degli effetti e dei danni funestissimi della lascivia.

Pag. 44. Ma in tutti penetrava i membri ignudi
Fiero incendio, ec.

E la cagione e forza di questo incendio viene espressavivamente da Isaia (cap. XXX) con quelle enfatiche parole: Flatus Domini sicut torrens sulphuris succendens eos.

P. 45. Vidi una Donna a un igneo scoglio in cima, ec.

Chi sia questa donna condannata all’inferno per i peccati, a cui la spinse un furioso amore disordinato, noi dice l’Autore, benchè asserisca d’averla conosciuta. Ma o vera o ideata che sia quest’istoria, non può non essere che troppo avverata nell’immensa moltitudine dell’anime, che si dannano per la sensualità.