Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/241

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purgatorio - canto xviii 235

     e «Quella che l’affanno non sofferse
fino a la fine col figlio d’Anchise,
138se stessa a vita senza gloria offerse».
     Poi quando fur da noi tanto divise
quell’ombre, che veder piú non potersi,
141novo pensiero dentro a me si mise,
     del qual piú altri nacquero e diversi;
e tanto d’uno in altro vaneggiai,
144che li occhi per vaghezza ricopersi,
     e ’l pensamento in sogno trasmutai.