Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/450

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444 la divina commedia

     cosí ’l triforme effetto del suo sire
ne l’esser suo raggiò insieme tutto
30senza distinzione in esordire.
     Concreato fu ordine e costrutto
a le sustanze: e quelle furon cima
33nel mondo in che puro atto fu produtto;
     pura potenza tenne la parte ima;
nel mezzo strinse potenza con atto
36tal vime, che giá mai non si divima.
     Ieronimo vi scrisse lungo tratto
di secoli de li angeli creati
39anzi che l’altro mondo fosse fatto;
     ma questo vero è scritto in molti lati
da li scrittor de lo Spirito Santo;
42e tu te n’avvedrai, se bene agguati,
     e anche la ragione il vede alquanto,
che non concederebbe che i motori
45senza sua perfezion fosser cotanto.
     Or sai tu dove, e quando, questi amori
furon creati, e come; sí che spenti
48nel tuo disio giá son tre ardori.
     Né giugneriesi, numerando, al venti
sí tosto, come de li angeli parte
51turbò il suggetto de’ vostri elementi;
     l’altra rimase, e cominciò quest’arte
che tu discerni, con tanto diletto,
54che mai da circuir non si diparte.
     Principio del cader fu ’l maladetto
superbir di colui che tu vedesti
57da tutti i pesi del mondo costretto.
     Quelli che vedi qui, furon modesti
a riconoscer sé da la bontate
60che li avea fatti a tanto intender presti:
     per che le viste lor furo esaltate
con grazia illuminante e con lor merto,
63sí c’hanno ferma e piena volontate.