Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/82

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CANTO XVIII

     Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
3come la cerchia che dintorno il volge.
     Nel dritto mezzo del campo maligno
vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
6di cui suo loco dicerò l’ordigno.
     Quel cinghio che rimane, adunque, è tondo
tra ’l pozzo e ’l piè de l’alta ripa dura,
9e ha distinto in dieci valli il fondo.
     Quale, dove per guardia de le mura
piú e piú fossi cingon li castelli,
12la parte dove son rende figura,
     tale imagine quivi facean quelli;
e come a tai fortezze da’ lor sogli
15a la ripa di fuor son ponticelli,
     cosí da imo de la roccia scogli
movien che ricidien li argini e’ fossi
18infino al pozzo che i tronca e raccogli.
     In questo luogo, de la schiena scossi
di Gerion, trovammoci; e ’l poeta
21tenne a sinistra, e io dietro mi mossi.
     A la man destra vidi nova pièta,
novo tormento e novi frustatori,
24di che la prima bolgia era repleta.
     Nel fondo erano ignudi i peccatori;
dal mezzo in qua ci veníen verso ’l volto,
27di lá con noi, ma con passi maggiori: