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COMMENTI. 151


gl’Italiani.» Con questo Criterio noi sarem anche di più obbligati ad assegnare al Toscano il principato su gli altri Dialetti nazionali. E il negar l’esistenza di questo principato parve al Balbo «negazione di fatti, solenne ingratitudine a’ nostri migliori Maestri, ed ignoranza dei veri interessi della Lingua. La quale non si puo mantenere viva e bella in niun luogo, come in quelli ov’è universalmente e volgarmente parlata.»

15. Aula totius Regni communis est domus. Dante, raffigurandoci Iddio quale Imperatore del Cielo, gli attribuisce puranco un’Aula segreta in quell’eterno Palazzo: Par., xxi, 8; xxv, 41. E quaggiù l’Aula del Palazzo Reale o la Reggia è quasi la comune Casa di tutto il Regno o il Diritto comune, in quanto che le varie parti del Regno riconoscono indi lor giurisdizione e la viva norma del Governo civile. £ quindi ciò che potrebbe attribuirsi a tutti ha da essere conveniente alla Reggia e di ragione sua. Così il Volgare Illustre essendo proprietà di tutti i Municipj, nè semplice privilegio d’alcuno, ben può aver quivi luogo, e abitacolo degno. Ma, per seguire il ragionamento del nostro Poeta, se coloro che conversano in qualche Regale Palazzo usano del rispettivo Volgare Illustre, a noi Italici invece, mancanti di Reggia, accade che il nostro Volgare Illustre sia costretto di andar peregrinando e rifuggirsi in umili Asili. Tale natura per altro esso ritiene e dispiega, che ove in Italia vi fosse una Corte unica, dovendoselo allora appropriare, diverrebbe Aulico veramente. Secondo qaesta dottrina, ogni Uso gentile dunque, savio ed eletto, importa il medesimo che uso di Corte.

25. Le cose ora esposte si prestano inoltre a farci ben comprendere, perchè un Volgare siffatto debba pure chiamarsi Curiale, potendo Curia e Corte significare tutt’uno. Se non che l’Autore viene poi a definire la Curialità per una ponderata regola delle cose coordinate a doversi recar in operazione, e poscia soggiugne come questa bilancia per solito non si ritrovi che nelle Corti più eccellenti. E quindi conchiude, che il Volgare Illustre, accolto e ponderato nell’eccellentissima Corte o Curia italica, deve anco perciò esser degno di nominarsi Curiale. Ma la Curia, cui egli si riferisce, non è già con-