Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/191

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Dite omai ma dimmi perche assiso qui ritta se:attendi tu il corta opur lomodo usato tai ripriso Et egli ofrate landar insu cheporta che nonmilascierebbe ire amartiri luccel didio che siede insulaporta Pria couien che tanto ilciel magiri difuor adeffa quantio fecin uita perchio indugiai alfine ibuon fofpiri Se oratione imprima non maita che furga fu diquor chen gratia uiua laltra cbcualcbenciel none udita Et già ilpoeta inanzi mifaliua et dicea uienne ornai uedi che tocco mcridian delfol che allariua Cuopre lanode già colpie monrocc o CANTO -V delaterza qualita cioè dico loro che percagione dalcuna iniuria uendi carfiinfmo allamorte mettono inon calere diriconofcere fé effere peccatori e fadiifare adio diquali nomina inpfona meffer iacopo dafano et bonconte dimonte feltro:* IO era già daquel ombre partito et feguitaua lorme delmio duca quando diretro àme drizzandol dito Vna grido ue ebenon par che luca f Ioraggio dafiniftra^quel difotto et come uiuo par che ficonduca