Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/318

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Sanza^diliochi aucr più canofcenza peracculta uirtu che dallei moflTe dantico amor fcntio lagran potenza Torto che nellauifta mipercoiie laica uirtu che già mauea trafitto prima che fuor dipueritia folle Voi fimi alafiniftra conrifpitto colquale ilfantolin corre alamamma quando apaura oquandegle trafitto rxrdicer a uirgilio men che dramma difangue merimafa che non triemi conofcoifegni deiantica fiamma Ma uirgilio mauea lafciati feemi dife uirgilio doIciÌTimo padre uirgilio acui per miafaluce diemi Jve quantunque perdeo lantica madre ualfe aleguance ne&e dirugiada che lagrimando non tornaffer adre Dante per che uirgilio feneuada non pianger anco non pianger ancora che pianger ticonuien peraltra fpada Quali amira gl io che impoppa et improra uiene aueder lagente che miniftra perlialti legni et aben far Iincora Infu lafponda delcarro finirtra quando miuolfi alfuon delncme mio che neceffita qui firegirtra Vidi ladonna che pria mapario celata Cotto langelica nette foU ■/• drizzar liocchi uerme dila dalrid