Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/383

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Tra di (cordanti liti contrai fole tanto fcnua che fa meridiano ladotie lorizonte pria far fuole Diquella ualle fu io Iitorano tra ebro et macra che percamin corto parte logenouefe daltofcano Adun occafo quaft et adimorto buggea fiede et laterra ondio fui ebe fe delfangue Tuo già caldol porto Folco midiffe quella gente acuì fu noto ilnome mio et queflo cielo dime fimprenta comio fo dilui Cbe più non arfe lafigla dibelo noiando et a ficcbeo et acreufa dime in fin cbefi conuenne alpelo Nequella rodopea che delufa ne fu da demonte ne dalcide quando iole nel cor ebbe riebiufa Non po qui fi pente ma fi ride non delacolpa camente non torna mia delualor cordino et prouide Qui firimira nellarte cadorna contanto effetto et difeerne filbene per cbelmondo difu cuel digiu torna /V a per ebe Ietue uoglie tu ¿le piene riporti ebe fon nate inquefla fpera proceder ancor oltre miconixiene Tu uuo faperebie inquefla lumera ebe qui appreffo me coQ fcintilla come raggio di fole inacqua mera