Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/431

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Non poteo Tuo ualore fi Fare imprcfFo in tutto lumuerFo che Fuo ucrbo non rimanefFe inimfinito exceffo Et ciò Fa certo cbcl primo Fupcrbo ebe fu laFomma dogni creatura pernonaFpettar lume cadde acerbo Et qui nei appar cogni minor natura e corto receptáculo aquel bene ebe nona Fine et Fé conFe miFura Dunque noftra creduta ebe conuene eiTcr alcun deraggi deliamente di che tucile lecoFe fon ripiene Non può daFua natura cfFer poffente tanto ebe Fuo principio FidiFcerna molto dila daquel cbelle paruente Pero nella iuftitia Fempiterna lauifla ebe riceue ìluoftro mondo comoccbio perlomar entro Finterna Cbe ben ebe della proda ueg£;ial Fondo impelago noluede et non dimeno e li ma cela lui effer profondo Lume none fe non uicn dal ferenO cbe non fimuta mai anzi e tenebra o dombra delacarne o fuo uelcno Affai te mo aperta la latebra cbe taFcondeua Iaiuflitia uiua diche facei queftion cotmto crebra Cbe tu diceui unbuom naFcealariua delindo et quiui none chi raggioni dicrifto ne chi legga ne chi Fcnua