Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/483

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Nona Fiorenza tanti Iapi et bindi quante fi fatte fauole peranno inpergamo fi gridan quinci et quindi Si che lepecorelle che non fanno tornan dalpafco pafciute cimento et non lefcufa non ueder lodanno Non diffe Cnfto al Tuo primo conuento andate et predicate almondo ciance ma diede lor uerace fondamento Et quel tanto fono nelle fue guance fi espugnar peracccnder la fede deleuangelio fero febudo et lance Ora fiua commoti et coni (cede apredicar et pur ebe ben fi rida gomfia ilcappuccio et più no firicbiedc Ma tale uccellò nelbeccbetto fannida che Tel uulgo iluedefTe uederebbe laperdonanza dicbel fi comfida Pcrcui tanta ftultitia interra crebbe che fanza proua dalcun teftimonio adogni promiffion fi conuerebbe Diqucfto ingraifa ilporco fant Antbonia et altri affai ebe fon peggio ebe porci pagando dimoneta fanza Conio Ma perche fia dige/Ti affai ritorci lioccbi oramai uerfo ladritta ftrada fi ebe lauita coltempo fi raccorci Quefta natura fi oltre ffrigrada innumero ebe mai non fu loquela ne concepto mortai ebe tanto uada