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     Su quel terrazzo, nella sua grandezza,
70Non cura il frate sì mondane cose;
E mentre dal giardin viene una brezza,
Un leggero spirar d’aure odorose,
Ei dell’api volanti il ronzio sente
Nel castagno che brilla al sol lucente.

     75Null’altro ei vede o ascolta e tutto sembra
Del pomeriggio ombrar l’ora beata.
Lentamente s’aggira e si rassembra
Su i sensi suoi l’onda del sonno grata;
E, come la città, stanco, si asconde
80Entro caverne gelide e profonde.

     Da cumuli di neve intorno cinto,
Dell’Aquilon sentendo il soffio fiero,
Bianchi i paesi e il fiume in ghiacci avvinto
Mentre muto rimiro, al mio pensiero
85Torna la gioia e la vision riappare
D’un lontan Paradiso oltra del mare.


Napoli 18 febbraio 1883.