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le nozze 113

una vaporosa delicatezza. Il grido acuto di Caterina fece sussultare Angela nella sua estasi di ammirazione.

— Ha la coda.... la coda, non vedi che ha la coda, Angela, Anna mia, Dio mio come è bello!.... — gridò Caterina — Dio mio, come è.... è.... bel.... lo! — ripetè Nennele giungendo le mani.

— Bello, ah, bello, bellissimo! — esclamarono in coro i presenti.

— Misuralo! — disse Lucia, affaccendata e contenta.

Dalla gioia Angela sentiva un nodo alla gola; tuttavia si dominava e rispondeva freddamente:

— Sì, è bellino. Lo metterò poi; aspetta, chè non muori. Lasciami veder gli altri.

Caterina, impaziente, mandò in frantumi il coperchio. Angela si adirò, ma si calmò tosto, pallida per l’emozione. Il secondo vestito, l’indispensabile vestito nero, di grande etichetta, che usano farsi tutte le spose sarde, era davvero meraviglioso. Di seta damascata, a disegni giapponesi, su fondo rasato, guarnito di