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232 capo d’anno

mi, tutto d’un rosso dorato sullo sfondo di un grandissimo piatto di porcellana.

Paolo lo scalcò con rara abilità, e intorno alla gran vittima, la conversazione diventò più generale e animata.

Parlavano tutti; anche Caterina cinguettava allegramente, dimenticando volentieri l’amaro dubbio che il posto di Sebastiano restasse per sempre occupato da Gonario Rosa.

— Ritornerà! — pensava, guardando di sbieco il profilo nitido e aristocratico di Gonario.

— E diverranno tanto amici. Sono così buoni entrambi!

Anna soltanto parlava poco; pareva un personaggio secondario, e non faceva alcun effetto sulla scena. Soffriva, gioiva ella? Poco importava ciò, purchè mostrasse il volto sorridente, illuminato dal riflesso dell’altrui felicità.

Caterina aveva completamente dimenticato che senza la cugina quella notte Sebastiano sarebbe stato ancora al suo posto e Gonario... a casa sua.

Si rivolgeva a lei solo per chiederle che l’aiutasse a ricordare qualche cosa che dimen-