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56 la vita in famiglia

riti, dei fiori del pesco che si disegnavano come mazzi di rose nell’azzurro profondo del cielo.

Passata la quaresima e tornati i tepidi giorni d’aprile, Caterina e Antonino ripresero a giocare pazzamente nell’orto e fuori dell’orto, nella china che metteva sullo stradale. Annicca si divertiva con loro. Pareva che la primavera la facesse ridiventar bambina.

Dalla una alle due, dalle quattro sino all’imbrunire Antonio, Caterina ed Anna non si trovavano per la casa neanche a pagarli un occhio.

Ove sono, ove non sono? Maria Fara usciva nell’orto e li chiamava a voce alta. Qualche volta la testolina di Caterina appariva dietro il muro, tra un cespuglio di biancospino che sbatteva già i fiori, e la bimba rispondeva: Ora veniamo! Ma non rientravano punto.

Una ignota malia era laggiù, in quel lembo selvaggio di campagna. Dallo stradale si vedevano benissimo quei tre folletti, coi cappelli al vento; correvano rapidi, arrampicandosi come capre e non si facevano mai del male. La sera tornavano con le vesti lacerate, con le unghie