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84 | tre anni dopo |
Paolo lo invitò a pranzo. Ormai tutta la città diceva che l’ispettore s’era fidanzato con Angela. Anche Angela, si vedeva bene, era innamorata. Caterina la tormentava incessantemente. Se si trovavano nell’orto le scriveva rapidamente sotto i piedi, lungo i viali, con una canna, il nome di Pietro, — disegnava dei P. col carbone sui muri, — le dava da scegliere tre fiori per vedere qual nome sortisse e, infallibilmente, il fiore scelto da Angela era Pietro!...
Ella godeva e soffriva. S’accorse che realmente Demeda preferiva la sua compagnia: e che al passeggio e in chiesa non cessava di guardarla: — ma intanto non aveva ancor ricevuto da lui una vera parola di amore.
Sebastiano, a sua volta, era inquieto e nervoso, sentiva e vedeva; e avrebbe voluto che Pietro Demeda o cessasse le sue visite o si spiegasse apertamente.
Un giorno rientrò pallidissimo e cupo e chiamò, conducendola nell’ultimo angolo dell’orto, una delle due serve, Agata.
Dalla finestra della camera di Cesario Anna vide per caso la scena.