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431 ANNALI D'ITALIA, ANNO CXVII. 432

questo insigne imperadore vari eccellenti ingegni, perchè egli al pari degli altri più rinomati regnanti, amò i letterati, e promosse le lettere. Restano a noi tuttavia le Opere di Cornelio Tacito, di Plinio il giovane e di Frontino, per tacer d’altri, che fiorirono anche sotto Adriano, e d’altri de’ quali si son perduti i libri.

Ora Plotina imperadrice, che accompagnò sempre in tutti i suoi viaggi il marito Trajano, dacchè egli fu morto, non lasciò traspirare la di lui perdita, se non dappoichè ebbe concertato tutto per fargli succedere Publio Elio Adriano di lui cugino, giacchè non si sa che Trajano avesse mai figliuolo alcuno. La fama è varia intorno a questo punto. Crederono alcuni1, che fosse corso per mente a Trajano di lasciar l’imperio a Nerazio Prisco giurisconsulto di que’ tempi, e che gli dicesse un giorno: A voi raccomando le provincie, se qualche disgrazia mi accadesse. Altri pensarono2 ch’egli avesse posti gli occhi sopra Serviano cognato di Adriano, ed altri fin sopra Lucio Quieto, che già dicemmo moro di nazione. Lo creda chi vuole. Vi fu chi disse essere stata sua intenzione di nominar dieci persone, lasciando poi la scelta del migliore al senato, dopo la sua morte. Nulla di ciò fu fatto. Solamente sul fin della vita adottò e nominò suo successore Adriano, e ciò per opera di Plotina Augusta e di Celio Taziano o sia Attiano, tutore di esso Adriano; perchè veramente Trajano non mostrò mai tenerezza alcuna di amore per lui, conoscendone assai i difetti; e l’avea bensì sollevato alla dignità di console, ma senza dargli cariche riguardevoli sussistenti: il che non si accorda con ciò che abbiam detto rivelato a lui da Licinio Sura3 nell’anno 109, cioè che fin d’allora Trajano meditava di adottarlo per suo figliuolo. Convengono nondimeno gli storici in dire, che[p. 432] Plotina co’ suoi maneggi portò il marito infermo a dichiararlo suo figliuolo e successore, siccome quella che, se vogliamo prestar fede a Dione4, era innamorata di Adriano: il che facilmente potè immaginar la malizia solita a far dei ricami alle azioni altrui, e massimamente dei grandi. Anzi non mancò chi credesse essere stata l’adozion di Adriano una tela interamente fatta da essa Plotina senza notizia e consentimento di Trajano, ed anche dopo la di lui morte, tenuta celata apposta per qualche dì, con fingire fatta da lui l’adozione suddetta. A questo sospetto diede qualche fondamento l’essere state spedite le lettere al senato coll’avviso di tale adozione, ma sottoscritte dalla sola Plotina. Fece la medesima Augusta per solleciti corrieri intendere ad Adriano la nuova dell’operato da Trajano (se pur tutta sua non fu quella fattura) nel dì 9 di agosto. Poscia nel dì 11 gli arrivò la nuova della morte di Trajano5. Non perdè tempo Adriano a scriver lettere al senato, intitolandosi Trajano Adriano, e pregandolo di confermargli l’imperio, e protestando di non ammettere onore alcuno, ch’egli non avesse prima domandato ed ottenuto dal medesimo senato, con altre sparate di non voler fare se non ciò che fosse utile al pubblico, di non far morire alcun senatore, aggiungendo a tali proteste gravi giuramenti ed imprecazioni, se non eseguiva ciò che prometteva. Niuna difficoltà si trovò ad approvare la di lui successione, ben conoscendo i senatori, che, comandando egli al nerbo maggiore delle milizie romane, pazzia sarebbe il negare a lui ciò che colla forza potrebbe ottenere. Oltre di che l’esercito stesso della Soria, appena udita l’adozione di lui e la morte di Trajano6, l’avea riconosciuto per Imperadore: del che fece egli scusa col senato. Uscì Adriano di Antiochia, per veder le ceneri ed ossa

  1. Spartianus, in Vita Hadriani.
  2. Dio., lib. 69.
  3. Spartianus, in Vita Hadriani.
  4. Dio., lib. 69.
  5. Dio., ibid.
  6. Spartianus, in Vita Hadriani.