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487 annali d’italia, anno cxxxix. 488

aver luogo fra gli dii, benchè personaggio da lor tenuto per sanguinario e crudele. Puntualmente pagò Antonino1 di sua propria borsa alle milizie il regalo promesso loro dal padre, e diede al popolo un congiario fors’anche vivente lo stesso Adriano. Restituì e condonò interamente alle città d’Italia l’oro coronario, cioè la contribuzione o sia il donativo esibito per la sua adozione, e ne rilasciò la metà alle provincie fuori d’Italia. Rientrato poi in sè stesso il senato, e conoscendo che bel regalo avesse fatto Adriano con dare alla repubblica romana un sì buono, un sì degno successore, rivolse le sue applicazioni ad onorar Antonino, e a renderselo grato. Gli diede il titolo di Pio, che comincia tosto a comparire nelle di lui medaglie2. Crede il Tillemont3, che questo nome significasse Buono, e a lui fosse accordato per denotare la singolar sua amorevolezza verso il padre, verso i parenti e la patria. Anche gli antichi4 ne cercarono il motivo; chi il credette appellato così pel suo rispetto alla religione; altri perchè avea salvata la vita a molti condannati all’ultimo supplicio da Adriano infermo e furioso, ch’egli nascose, e dopo la di lui morte rimise in libertà: il che par ben più credibile, che il dirsi da Dione ciò fatto, perchè sul principio del suo governo molti furono accusati per varii reati, ed egli non volle che alcun fosse gastigato. Il lasciare impuniti certi delitti, che turbano la pubblica quiete, non suol essere molto glorioso ne’ principi, ed è nocivo al pubblico. Per altro la clemenza è una bella gemma della lor corona, e per questo crede Eutropio ch’egli meritasse il titolo di Pio. Le medaglie ancora5 battute in quest’anno ci possono assicurare che fu onorato Antonino col bel nome di Padre della Patria, pel[p. 488] qual fece un bel ringraziamento ai Padri. Inoltre il senato fece alzar delle statue ai genitori, all’avolo paterno e materno e ai fratelli già defunti del medesimo Antonino. Non ebbe discaro esso Augusto che il senato desse anche ad Annia Galeria Faustina sua moglie il titolo di Augusta; accettò ancora i giuochi circensi decretati dallo stesso senato per solennizzare il di lui giorno natalizio, che correva nel dì 19 di settembre; ma rifiutò ogni altra pubblica dimostrazione. Da lì a qualche anno determinò il medesimo senato, che i mesi di settembre e di ottobre in onor suo e di Faustina si chiamassero Antoniano, Faustiniano; ma ricusò Antonino un sì fatto onore. Trovavansi delle persone non poche condannate o esiliate da Adriano. Dimandò Antonino grazia per loro nel senato, con dire che Adriano l’avrebbe chiesta anch’egli. A niun di coloro, che lo stesso Adriano avea dato dei posti, li levò; anzi suo costume fu lasciar continuare ne’ governi delle provincie per fin sette e nove anni coloro ch’erano in concetto di governare con illibatezza e prudenza.

Ebbe Antonino Pio da Faustina sua moglie due figliuoli6 maschi, uno appellato Marco Aurelio Fulvo Antonino, e l’altro Marco Galerio Aurelio Antonino. Amendue giovani erano a lui premorti. Due figliuole ancora gli nacquero. La maggiore, maritata con Lamia Sillano, mancò di vita, allorchè il marito andava al governo dell’Asia. Restavagli la seconda, cioè Annia Faustina. Avea ordinato Adriano, ch’egli la desse in moglie a Lucio Vero, cioè a quel medesimo che insieme con Marco Aurelio per comandamento di Adriano egli avea adottato per suo figliuolo. Ma Antonino, dacchè cessò Adriano di vivere, riflettendo all’età troppo tenera di Lucio Vero, e che miglior testa era quella di Marco Aurelio, cangiata massima7, s’invogliò di dar la figliuola ad esso Marco Aurelio,

  1. Capitolinus, in Antonino Pio.
  2. Mediobarbus, in Numismat. Imperat.
  3. Tillemont, Mémoires des Empereurs.
  4. Pausanias, lib. 8. Dio., l. 70. Lampridius, in Elagabalo.
  5. Mediobarbus, in Numismat. Imperator.
  6. Capitolinus, in Antonino Pio.
  7. Capitolinus, in Marco Aurel.