Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/196

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fu fatta incontinenti fra loro mutua rimessa delle offese e perfetta riconciliazione, mediante il vicendevole bacio di pace. Dopo di ciò, nel medesimo giorno tre di agosto, alla presenza del vescovo di Trento e di Feltre, i sopranominati otto arbitri e compositori giurarono sugli evangelii di dar mano quanto prima a terminare le pendenti questioni senza frode e con buona fede. Diffatti li 5 dello stesso mese, il vescovo Adelgerio cogli arbitri, come base e principio di pace, decretarono che il vescovo di Trento ed il Conte Mainardo siano tenuti di ajutarsi scambievolmente con tutte le loro forze contro chiunque, ma specialmente contro gli usurpatori dei beni del Vescovato, e tutti quelli che tentassero violare cotesta pace, eccettuati i Veronesi e i signori di Castelbarco, contro dei quali il solo Conte Mainardo sia tenuto di prestare soccorso al vescovo di Feltre; che il vescovo di Trento debba tenere due capitani nelle valli di Annone e Sole, uno dei quali sia suddito suo, l’altro del Conte; che i capitani reggessero le suddette valli per un anno in nome del vescovo, giurando difendere l’onore e i diritti così del vescovo come del Conte; che gli emolumenti fossero divisi per metà, a riserva dei provenienti dai beni della Chiesa, da consegnarsi unicamente al vescovo. Quanto poi concerna i detti capitani per l’avvenire, venga rimesso all’arbitrio di frate Antonio, maestro della Casa Teutonica, e sia dato di più il regresso ai proprii beni a tutti coloro, che ne fossero stati scacciati durante la guerra. Li 6 dello stesso mese, fu poi fatta un’altra dichiarazione dai mentovati arbitri; la quale imponeva