Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/368

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Da certi atti poi si rileva che in quest’anno 1474 sia stata proditoriamente tentata la sorpresa di Castelcorno nella valle Lagarina e quella del castello e del borgo di Tenno. Della prima sorpresa sappiamo essere stato autore Marco di Caderzone, vassallo della Chiesa, che, ajutato dai proprii figli e da altri complici, scalò di nottetempo il castello per depredarlo e poi consegnarlo a Paride e a Pietro conti di Lodrone, che ne agognavano il possesso. Ma il tentativo non riuscì, mercè la vigilanza del capitano vescovile. Marco fu preso e decapitato. Dalla confisca dei beni vennero liberati i di lui figli nel 1497, mediante sicurtà di pagare certa somma di condanna. Altra sentenza di morte fu portata contro Pasotto di Linzima, complice dell’accennata congiura. Della seconda sorpresa, cioè di quella di Castel Tenno e del borgo Fraporta furono autori Antonello di Gando e Giovanni Zucherio, entrambi di Tenno, e istigati al delitto dai detti conti. Giovanni Sala, bresciano, podestà di Trento, pronunciò nel seguente anno una sentenza di morte contro il Zucherio, il cui corpo,

    ciisque fere collapsam, pro sua Ecclesiæque tutela et munimine, a fundamentis renovari, hisque fornicibus, œstuariis, coquina, cæterisque ædificiis, officinis ac cameris œre suo instaurari fecit, ac in sui posterumque memoriam, hæc sua et Ecclesiæ insignia posuit, anno Salutis mcccclxxiv, mense octobri exeunte. Laus Deo et beato Vigilio. Quest’altra nella parte superiore:

    Thenum forte tene, tenendo tenebere forte;
    Sic nomen invictum tenebis cum maxima laude,
    Ecclesiæ fidem tenens per sæcula cuncta,
    Ut fecere tui patres, proavique majores.