Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/77

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I sindaci di Vezzano, ivi presenti, rispondevano essere il monte Arano un loro allodio da sessanta e più anni, e avere perciò propugnate le proprie ragioni nei modi più acconci. Uditi i testimoni d’ambe le parti e letti gli istrumenti rispettivi, il giudice pronunciava spettare agli uomini di Baselga l’uso del monte di Arano, e ingiungeva a quei di Vezzano di lasciarli tranquilli nel loro possesso. Il vescovo confermò tosto la sentenza del giudice 1. Sembra che Federico, che finora si sottoscrisse sempre eletto di Trento, fosse nel 1209 stato consacrato, trovandosi nelle carte pubbliche da quest’anno in poi firmato col titolo di Vescovo di Trento. E come tale apparisce la prima volta in un documento dell’archivio vescovile relativo alla concessione della pesca nel lago di Romagnano, data ai figli di Ottone il ricco, cittadini di Trento 2. Il dì 1.° di marzo 1209 un certo Trentino Polenta cedette due pezze di terra, che aveva in feudo, al vescovo Federico che poi gliele concesse ad allodio, dandogli di giunta 50 lire veronesi. E di ricambio il Polenta investì il vescovo di tutti i casali giacenti nella sua tenuta di Borgo 3. Ai dì 9 di maggio dell’anno medesimo, a richiesta del decano Turco, agente in nome del vescovo, fu da Briano di Castelbarco pronunciato un laudo intorno alla prescrizione dell’investiture feudali; dichiarandosi in esso, che il feudo ricadeva al signore diretto, se il vassallo

  1. MSS. Hippoliti, pag. e Cod. Wangh. 177.
  2. MS. Hippoliti, pag. 377
  3. Idem, pag. 378.