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Libro Settimo. 149

maturo consiglio, che con temerario ardire. Scaciati, & mandati à fil di spada gli nemici. Gli Trentini, & gli Alemani havuta si segnalata vittoria, tutti trionfanti entrarono nella Città, & l’insegne riportate dall’inimici nel conflitto, affissero alle porte delle Chiese.

Questa guerra ancorche fosse retta sotto la condotta del Serenissimo Sigismondo Arciduca d’Àustria, fù però principalmente moderata da sani consigli, & matura sapienza d’Uldarico. Ricercarono poscia con somma diligenza il corpo di Roberto Sanseverino, finalmente ritrovato sotto le onde del Fiume, portato nella Città, fù con publiche essequie honorevolmente sepolto, ancorche fosse venuto à rovina, & destrutione di Trento.

Si vede la di lui sepoltura, di marmoro fabricata, nella Chiesa di San Vigilio, sopra la quale parimente, in militari arnesi, stà erreta la statua di questo Capitano. Manco posso tacere di questo Prelato (il che principalmente c’addita la di lui somma sapienza (cio è che Massimiliano, all’hora Re de Romani, & Sigismondo Arciduca d’Austria, havendo scoperta, & toccata con mani l’integrità di questo Prelato, l’incaricarono, comettendoli la cura di far statuti, & leggi conforme meglio havesse giudicato giovare al buon governo, & publica utilità de Trentini. Ricusava con aperta ostinatione il buon Vescovo questa carica, sapeva benissimo che il legislatore deve esser persona imputabile, di gran santità, e che le leggi devono derivare più da Dio che dalli huomini, ò da sapienza humana. Considerava anco, che quelli che havevano nelle proprie Città fatte leggi per il più hebbero fine infausto. Per il che indicava non esser bene intraprendere negotio tanto arduo, miserabil, & pericoloso; prevarse nondimen l’altrui commando al proprio desiderio della quiete, & de schifare consimil fatica. Stimò bene l’obedire à commandi de gran Prencipi, alle volontadi de quali era cosa men giusta più al lungo resistere. Fù donque sforzato ancorche mal volontieri ricevere tal carica. Onde esaminò con ogni accuratezza gli antichi statuti della Città, gli ridusse hor aggiungendo, hora levando a mirabil equità, & à Trentini profitevoli, quando havessero voluto accettargli. In questo negotio tanto s’adoprò, che quanto molti altri havevano augumentata la Città con guerre tanto, & d’avantaggio fece egli nella pace. Molte altre cose eggregie operò à prò del publico, questa però fù sempre stimata la principale. Ma contradicendo, & reclamando tutto il popolo, & ogni conditione di persone che