Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/48

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Libro Secondo. 21

lasciamo cosa habbin sentito in questo affare Auttori di consideratione. Scrive che gli Francesi cresciuti in ammirabil numero, mandarono trecento milla huomini à procacciarsi nove habitationi, come in pelegrinaggio, de quali altri si fermarono in Italia, predero Roma, & l’abbrugiarono. Altri passando il golfo di Schiavonia penetrorno l’Ongaria, superorno quelli Popoli, hebbero lunga guerra con gli paesi confinanti, & doppo varij successi divisero il loro Esercito, una parte drizzò il camino con il lor Capitano Breno verso la Grecia, altri seguitando un’altro Capitano, Belgio per nome s’inviarono verso la Macedonia. Questi rovinavano ogni cosa, tutto mandavano à fil di spada, fecero giornata, e furon gli Macedoni tagliati à pezzi.

Frà tanto Breno qual s’era steso nella Grecia parimente invase la Macedonia, volendo anch’esso esser partecipe delle richezze di quel Regno, stimò bene impadronirsi de spolij di quel Oriental paese, ne ponto s’inganò, percbe restato vincitore, hebbe grosse prede, saccheggiò quelli Territorij, rivolgendo d’avantaggio l’animo alli tempij delli Idoli, andò à quello di Apolline in Delfo, situato nel monte Parnaso, e datogli l’assalto, l’occupò, ritrovando varij doni del Re, & de Popoli. Gli Cittadini, vedendo tanta impietà, ricorsero al soccorso de loro Dei, furon esauditi, tutti gli Francesi restaron spaventati, alcuni da un horribil terremotto, con l’essersi stacata una parte del Monte furon atterrati, & da quella morti. Altri da una terribil tempesta accompagnata da innumerabili saete furon finiti. Breno ferito non potendo sopportare il dolore, da per se con il pugnale si diede la morte.

Questa opinione di Giustino fù abbracciata da Valerio Massimo. Breno dice Valerio (Capitano de Francesi) assalì il Tempio d’Appoline in Delfo, per voler Divino converse le mani in se stesso, dalle quali cose verisimilmente si può credere, che Breno, qual (come vuole Strabone) d’altri fù chiamato Prauso, si dasse con le mani proprie la morte, non morisse altrimente con l’Esercito in battaglia nelle strage Romani. Manco sarà fuori di proposito insinuare in questo luogo quanto ci lasciò scritto Paolo Diacono, l’Auttore delle Historie de Longobardi.

Vene Breno (conforme quest’Auttore) Re de Senoni Francesi con trecento milla di quella natione in Italia. Occupò Senogalia [Breno Re de Senoni.] col resto d’Italia sino à Roma con l’aiuto de Francesi Senoni, quali diedero anco il nome a Senegalia, & si condussero senza contrasto in queste parti alletati dall’avidità del Vino, qual gustarono trans-