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capitolo xxxvi 99

di quelle cose, e di tutte gli fu detto; e quando egli venne a domandare del nome delle femmine si gli rispuose uno per beffe: elle hanno nome diavoli, ch’elle menano gli uomini allo inferno. E, fatto ciò, lo ’mperadore domandò che gli era più piaciuto di ciò ch’egli avea udito e veduto. E ’l giovane si rispuose: questi diavoli che menano le anime all’inferno, si mi piacciono più che cosa ch’io abbia veduta; già sapendo quello ch’erano i diavoli e lo inferno e ’l paradiso.

CAPITOLO XXXVII.

Della moderanza appropriata all' ermellino.

Moderanza, ovvero misura, secondo che dice Andronico, si è ad avere modo in tutte le cose, ischifando il soperchio e il poco; la quale moderanza si guida e formasi per due altre virtù, cioè vergogna e onestade, secondo che dice Damasceno. Vergogna è a temere alcuna sozza cosa fatta, o che l’uomo facesse. Onestà si è bella e onorevole cosa, secondo che dice Macrobio; sicchè la virtù della moderanza è come il nocchiero che governa la nave, e la ordina e si la mena; così la moderanza è guida e maestra di tutte le virtù; e per questa cagione l’ho posta di dietro a tutte l’altre virtudi, siccome il nocchiero sta indietro, cioè in poppa, e guida la nave. E la vergogna si è come il timone che guida la nave ch’ella non percuota in luogo pericoloso; così non lascia la ver-