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16 fiore di virtù.

maggiore, come pruova lo detto Fra Tommaso; sicchè tutto il diletto dello amore della concupiscenza si è nella dilettazione corporale, abbandonando lo intellettuale diletto, lasciando il maggiore per lo minore, siccome cosa che non cura d’altro che del proprio diletto suo, non guardando alcuno onore o piacere della donna, pure che possa soddisfare all’animo suo, a modo che fanno le bestie; e però propriamente non si può appellare amore. Aristotile dice: Amore non è altro che volere che la persona che l’uomo ama, abbia bene; e chi ama altrui per bene che voglia da lui, e non per altro, non l’ama, perchè non vuole il bene di lui, anzi vuole pur lo suo; e di questo cotale amore di concupiscenza si può dire che tratte la Regola dell’amore, la quale dice che l’amore niente si puote negare alla mente, e degli diletti della mente non si puote saziare, e sempre è timoroso in palese, e se e’ sia veduto dalla cosa amata trema per la subita veduta, ed è costretto dalla continua immaginazione della cosa ch’egli ama, ed è cosa piena di sollecita paura; poco dorme, meno mangia, e sempre istà in pensiero e in malinconia. Socrate dice: Nessuna servitù è maggiore ch’essere suggetto e servo d’amore. Plato ragiona: Amore non ha occhi; sicchè questi innamorati in tal modo si possono piuttosto appellare odiatori, secondo la regola, e servilmente ciechi: sempre stanno in pensiero e in paura: la ragione si è, perchè questo cotale amore di concupiscenza non è virtù, anzi è vizio di lussuria. Frate