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capitolo vii. | 31 |
Lostigo si mise una coreggia al collo, cioè alla gola, e gittòglisi a’ piedi piangendo; e così fece pace di quelle offensioni che mai s’aveano fatte; nè da poi non furono mai fratelli che tanto s’amassono quanto feciono eglino.
CAPITOLO VIII.
Del vizio dell' ira appropriata all' orso.
Ira, secondo Aristotile, si è turbamento di animo per discorso di sangue che trae al cuore per volontà di fare vendetta. E dell’ira nasce indegnazione; chè quando il sangue ha turbato il cuore, egli rimane indegnato, e poi si convertisce in odio. Se la indegnazione dura nel cuore, ella acquista tre vizj, come ira, indegnazione e odio. Della ira invecchiata discende discordia e rissa e guerra, che son contrarj vizj della virtù di pace; e si è differenza tra discordia e guerra e rissa, siccome prova Frate Tommaso; chè discordia è nel cuore di quelli che hanno qualche volere l’uno contra l’altro; come gli parentadi che sono nella città. Guerra si è nell’opera, ch’è quando le persone guerreggiano insieme. Rissa si è quando uno o più s’appigliano insieme. E puossi somigliare il vizio dell’ira all’orso, il quale mangia volentieri il mèle, e volendolo trarre degli pertugi, l’api gli pungono gli occhi; e l’orso lascia stare il mèle e attende all’api per ucciderle; poi vengono l’altre api, e pungongli il naso; ed egli lascia stare le