Pagina:Anonimo - Fiore di virtù.pdf/43

Da Wikisource.

capitolo xi. 39

gione si è che il prodigo si è più utile ad altrui che l’avaro. La terza ragione si è, perchè il prodigo s’ammenda più leggermente del suo vizio, che non fa l’avaro della avarizia. Della prodigalità discende la povertà, secondo che disse Aristotile. Chi spende le sue ricchezze oltre a modo, tosto verrà in povertà: siccome disse Giob: L’avarizia si è tristizia del cuore, vergogna di faccia, dispregiamento delle genti e radice di tutti i mali.

E puossi appropriare la virtù della liberalità all’aquila, ch’è il più liberale uccello che sia al mondo, ch’ella non potrebbe avere mai tanta fame ch’ella non lasciasse sempre la metà di quello ch’ella prende agli uccelli che le vanno presso: e rade volte si vede volare, che certi uccegli, che non si possono pascere per sè, non le vadano dietro per avere quella vivanda che le rimane. Della liberalità Salomone dice: Se tu fai bene, sappi a chi tu lo fai; e ne’ tuoi beni saranno molte grazie. Ancora: La limosina che darai al povero pregherà Iddio per te, e libereratti d’ogni male. Ancora: Il fuoco arde, e l’acqua ammorza; così la limosina ammorza lo peccato. Ancora: Non dire allo amico tuo, va, e torna, se tu lo puoi servire. Ancora: Parti i danari per lo fratello e per lo amico quando bisogna, e non li nascondere sotterra. Alessandro dice: Dona ad altrui, se tu vuoi che sia donato a te. Ovidio dice: Vuoi tu dare? or dà tosto. Chi non sa dare, tardo è a dare. Faceto dice: Spendi largamente, quando si dee, senza alcuno mormoramento. Jesus Sirac dice: Ciascun dono che tu fai,